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Fabrizio Pannone

Vedendo la necessità di creare uno stile che incarni un paese noto per innovare e proporre nuove tendenze, Fabrizio Pannone si è imbarcato in questo. Cerca di distruggere i vecchi approcci alla composizione e trovare nuove strade. Il direttore commerciale di Van der Plas Tonino Ferro in conversazione con il rinomato fiorista italiano Fabrizio Pannone.

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Di cosa ti occupi, di preciso.

Ho 47 anni, di cui 26 trascorsi tra i fiori. Dal 2005 mi occupo di formazione nella scuola Federfiori (federazione italiana fioristi)

Se dovessi usare un aggettivo per qualificarti, cosa diresti?
Sono un fiorista irrequieto, mi piace disfare e rimontare le cose e quindi anche le composizioni floreali, anche le mie, soprattutto le mie.

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Quali trend vedi nascere per il 2022?

Sicuramente, già da qualche anno ci stiamo incamminando verso uno stile più asciutto, dove le opulenze lasciano spazio ad un’espressione più libertina, fatta di spontaneità, di forme meno ingabbiate e più fluide, ove la personalità dei singoli fiori si sostituisce al “collettivo”.

Sembrano cose buone…
Buone notizie direi, se non fosse che questo sentore anti-accademico porti al rischio del caos. Un rischio tuttavia doveroso e magari il 2022 sarà l’anno in cui riusciremo a ordinare il caos, tra i fiori e tra i popoli. D’altronde, ogni qualvolta che si fa un passo avanti per un istante si perde l’equilibrio.

Quando si pensa a un fiore italiano a cosa si pensa?
Le bulbose in genere. Sembrano, praticamente tutte, evocare quel senso rinascimentale che è cosi insito nella nostra cultura.

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Cosa ispira la tua arte?

La musica. La vita è una questione di ritmo: il respiro, il battito cardiaco. La relazione tra i fiori. La gestione degli spazi, delle masse e delle diverse altezze tra fiori, è per me linfa vitale.

Ci sono dei fiori, o dei colori che usi con più piacere?
Esistono fiori che sembrano racchiudere in sé dei messaggi antitetici, hanno una personalità più complessa, a volte quasi un senso ironico. Alcune fritillarie ad esempio, come la “imperialis” e la “persica”, conciliano l’esuberanza della corolla e l’iniziale rigidità dello stelo, con una curva morbida e sinuosa dello stesso stelo nella sua parte superiore.

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C’è un momento, un aneddoto, che ti piace raccontare?

Un adolescente che viveva in una casa-famiglia nei pressi del nostro laboratorio, venne a trovarci. Ci osservava lavorare e incuriosito ci chiese di poter provare a comporre con i fiori. Di lì a poco condusse a noi anche altri ragazzi che vivevano con lui e istituimmo delle vere e proprie sessioni di composizione floreale estemporanea, momenti conviviali di libertà, trasgressione e rispetto, proprio come l’approccio creativo al fiore richiede. Un vero e proprio team di ragazzi giovanissimi ma con alle spalle mille incubi da dimenticare, un team di piccoli artisti che nel fiore aveva trovato un’isola in cui immaginare la loro nuova vita. In team a cui noi presto demmo un nome: TEAMmagini!